> Home > News > News


Sessiano 714 - Asciano 2014: una storia di 1300 anni

- vesrsione italiana


INTRODUZIONE AGLI EVENTI DELL' ANNO 714




CHE IL CENTRO ABITATO DI ASCIANO ABBIA ORIGINI QUANTO MENO ROMANE È UN DATO ACCERTATO DALL’UNICO RITROVAMENTO AL MOMENTO DI UNO SPLENDIDO MOSAICO ROMANO POLICROMO RISALENTE AL III SEC. D.C. SITUATO ADESSO IN UN LOCALE DI VIA DEL CANTO. QUELLA VILLA ROMANA, DI CUI IL MOSAICO NE ERA PARTE, DOMINAVA LA VALLATA DEL TORRENTE BESTINA E DEL FIUME OMBRONE, INTRONO ALLA QUALE IN SEGUITO SI FORMO’ IL VILLAGGIO DI ASCIANO ALMENO 1300 ANNI FA’, COME CI SUGGERISCE UN DOCUMENTO DEL 714 D. C.

MA COSA SUCCESSE DI PRECISO PROPRIO 1300 ANNI FA’ IN QUESTO SPLENDIDO TERRITORIO ED IN PARTICOLARE AD ASCIANO ?

- La controversia tra i Vescovi delle città di Siena e di Arezzo -

Siena, costretta tra le città etrusche di Arezzo e Volterra, possedeva in età romana un territorio di modesta estensione. Caduta in mano longobarda probabilmente tra la fine del VI e gli inizi del VII secolo, la città diviene un centro militare importante per il controllo della Toscana meridionale nonché un determinante snodo viario. Dai documenti conservati è evidente come l’area senese fosse sotto la diretta dipendenza del re longobardo, il quale governava la città di Siena ed il suo territorio, attraverso un gastaldo. A quest’epoca il territorio senese, inoltre, viene considerevolmente esteso, in particolar modo a spese di quello aretino, ma I CONFINI DELLA DIOCESI, NON VANNO A COINCIDERE CON QUELLI CIVILI. Assistiamo dunque ad una singolare situazione: all’interno dei confini senesi si localizzano svariate strutture religiose non dipendenti dal vescovo di Siena bensì da quello di Arezzo; quindi una sovrapposizione della diocesi aretina con la circoscrizione amministrativa di Siena. Tutto ciò dette l’impulso al vescovo senese Mauro per rivendicare alcuni edifici ecclesiastici situati appena oltre i propri limiti diocesani, tra i quali la pieve di S. Iohannis in Rancia (attuale Pievina presso Vescona). L’episodio fu risolto intorno al 650 con un compromesso, nel quale veniva dichiarato addirittura che le pievi contese erano in mano alla chiesa aretina fin dalla metà del VI secolo. Da una cronaca posteriore della metà dell’XI secolo redatta dal primicerio aretino Gerardo, viene precisato che verso l’anno 711, in occasione della visita del vescovo di Arezzo Luperziano alla pieve di S. Maria in Pacina, scoppiò una lite fra gli uomini dello stesso vescovo e quelli senesi condotti dal gastaldo regio Tagiperto e da Godiperto iudex regis. Il fatto violento, sfociando nella morte di Godiperto, determinò la fuga del vescovo di Arezzo e l’occupazione di alcune pievi situate tra i due confini diocesani da parte di Adeodato, vescovo di Siena. A questo punto nei tre anni successivi, le pievi contese da parte senese aumentano considerevolmente fino a 19, andando a coprire una vasta area tra il Chianti, la Berardenga, la Scialenga, la Valdichiana e la Vald’Orcia come evidenziato dall’elenco seguente delle pievi contese:

1. S. Stefano "in Cennano"
  (presso Caslelmuzio - Trequanda);
2. S. Maria "in Cosona"
  (presso Cosona - Pienza);
3. S. Ippolito "in Sessiano"
  (presso Asciano);
4. S. Giovanni in Rantia
  (presso laPievina di Vescona - Asciano);
5. S. Andrea "in Malcenis"
  (presso Trequanda);
6. S. Pietro "in Pava"
  (presso S. Giovanni d'Asso);
7. S. Maria "in Pacina"
  (presso Castelnuovo Berardenga);
8. Santi Quirico e Giovanni "in 'vico Falcino"
  (S. Quirico d' Orcia);
9. S. Restituta "in fundo Rexiano"
  (presso Montalcino);
10. S. Felice "in Avano"
  (presso Brolio in Chianti – Gaiole in Chianti);
11. S. Madre Chiesa "in Misulas"
  (Pieve di Sinalunga);
12. S. Valentino "in casale Ursina"
  (presso MontefollonicoTorrita di Siena);
13. S. Vito "in Rutiliano"
  (presso Pienza);
14. S. Madre Chiesa "in Castello Pulliciano"
  (presso Montepulciano);
15. S. Vito "in Vescona"
  (presso Torre a Castello - Asciano);
16. S. Donato in Citiliano
  (presso Palazzo Massaini - Pienza);
17. Maria "in Saltu"
  (Pieve a Salti - Buonconvento);
18. S. Vito "in Pruniano"
  (Pievecchia, presso Montalcino);
19. S. Vito "in Osenna"
  (Romitorio di S. Rocco presso S. Quirico d'Orcia).

Il 714 diviene l’anno decisivo, il vescovo di Arezzo si appella al maggiordomo del re longobardo di passaggio nella sua città, mettendolo al corrente degli incresciosi fatti di Pieve a Pacina e dell’ulteriore rivendicazione del Vescovo di Siena; nell’agosto dello stesso anno, Ambrogio, maggiordomo di re Liutprando, redige un giudicato a favore del vescovo di Arezzo in merito a tutte le 19 pievi della diocesi aretina contese. FRA QUESTE VIENE ELENCATA LA SANCTA MATER ECCLESIA IN SESSIANO, CHE SANCISCE L’ESORDIO DI ASCIANO NELLA STORIA DELLE FONTI SCRITTE. La sancta mater ecclesia ovvero, una struttura religiosa “matrice di altre chiese” sorte nei dintorni, altro non è che L' ATTUALE CHIESA DI S. IPPOLITO. L’anno successivo, nel 715, vengono raccolte delle deposizioni di testimoni dal messo regio Gunteram, per risolvere la controversia tra le cattedre di Siena e di Arezzo. Il documento che registra le parole di una moltitudine di personaggi come il Gastaldo senese Wilerat, e Zottone, suo figlio, che tra l’ altro aveva fondato il monastero di S. ANGELO IN LUCO, PRESSO CHIUSURE, cita anche i vari protagonisti chiamati a testimoniare per derimere la controversia, tra questi anche ONNIUS, pievano del BAPTISTERIUM SANCTI IPOLITI e Picto senex, scario regis de curte qui dicitur Sessiano. Quest’ultimo personaggio è assai significativo, in quanto la sua figura ci informa dell’esistenza di una corte regia ad Asciano. Il Sessiano longobardo si presentava in sostanza come una proprietà facente parte del patrimonio reale, amministrata da uno scario, che nel nostro caso era cittadino senese (senex). Anche se risulta difficile stabilire l’entità insediativa e della distribuzione del popolamento per l’epoca in questione, Asciano aveva, probabilmente, l’aspetto di un villaggio più o meno accentrato costituito dalle abitazioni dei contadini che coltivavano la terra e plausibilmente di una o più strutture legate alla figura del rappresentante regio. La curtis di Asciano, inoltre, doveva presentarsi come una “realtà patrimoniale” facilmente individuabile entro un confine preciso, scandito forse da una recinzione o palizzata, riflettendo il vero significato originario del termine curtis, cioè di chiusura o di recinto.

CONDIVIDI SU:
FacebookDiggdel.icio.usTwitterMySpaceLiveGoogle BookmarksTechnoratiNetvibesemail

SOGGIORNI NELLE VICINANZE

QUARANTALLINA

BUONCONVENTO

Apertura Annuale Quarantallina è un antico casale contadino, oggi adibito ad Ag...

Appartamenti Le Terme

RAPOLANO TERME

Appartamenti nuovi e ben arredati a poche decine di metri dallo stabilimento termale "...

L'Abbeveratoio

SAN GIOVANNI D'ASSO

L'Abbeveratoio si trova al centro di una splendida zona ancora incontaminata. A nord, a po...

RISTORO E SVAGO NELLE VICINANZE

Ristorante La Locanda Del Castello

SAN GIOVANNI D'ASSO

Benvenuti a la Locanda del Castello di San Giovanni d’Asso piccolo hotel di charme n...

IL SORBO ALLEGRO di Villa Armena

BUONCONVENTO

Nella splendida dimora storica di Villa Armena nasce “Il Sorbo Allegro”, un gourmet restau...

Bar CENTRALE

RAPOLANO TERME

...